Trattamento sindrome dell’ovaio policistico

La sindrome dell’ovaio policistico è una condizione endocrina che causa uno squilibrio iper-androgenico; è associata a disordini metabolici e disfunzioni riproduttive. Prende il nome dai numerosi sacchetti pieni di liquido (cisti) che spesso si formano nelle ovaie provocandone l’ingrossamento.

DIAGNOSI

L’eziologia è ancora oggi controversa. Si può dire che l’ovaio policistico è espressione di una complessa alterazione funzionale del sistema riproduttivo data dall’aumento degli ormoni maschili (androgeni), causa di segni e sintomi quali:

  • irsutismo (eccesso di peluria su viso e corpo)
  • alopecia androgenetica (acne e calvizie di tipo maschile)
  • disturbi mestruali (mestruazioni irregolari, assenza di mestruazioni per più mesi, cicli scarsi o prolungati).

La diagnosi può essere difficoltosa ma il medico, sospettata una PCOS, potrà indicare gli esami specifici per la diagnosi (esami ormonali, glicemia, insulinemia, ecografia pelvica etc.), consigliare una terapia mirata, uno stile di vita corretto e la perdita di peso. Le diagnosi sono fino al 10% nelle donne in età fertile. Negli Stati Uniti, è una delle cause più comuni di sterilità.

CONSEGUENZE

In molte donne affette dalla sindrome dell’ovaio policistico, le cellule resistono agli effetti dell’ insulina; quando le cellule resistono ai suoi effetti, lo zucchero si accumula nel sangue, e il pancreas produce più insulina per cercare di abbassare i livelli di zucchero nel sangue. Se la resistenza all’ insulina è moderata o grave, si procede alla diagnosi di diabete.

Se le donne con sindrome dell'ovaio policistico iniziano una gravidanza, presentano un rischio più elevato di complicanze durante la stessa. Queste complicanze comprendono: diabete gestazionale (diabete che si sviluppa durante la gravidanza), parto pretermine e preeclampsia (un tipo di ipertensione arteriosa che si sviluppa durante la gravidanza). Se le donne con sindrome dell'ovaio policistico sono obese, le complicanze della gravidanza tendono a essere persino peggiori.

DIETA PCOS

Con una dieta equilibrata e bilanciata verso alcuni macronutrienti è possibile migliorare la condizione ormonale e abbassare il livello di infiammazione. Il primo aspetto da prendere in considerazione è sicuramente la perdita di peso (dieta ipocalorica) se necessaria. L’obesità è chiaramente correlata all’infertilità delle pazienti affette da PCOS e aumenta il rischio della sindrome metabolica e della sua costellazione di fattori di rischio cardiovascolari, occorre intervenire sia attraverso un regime dietetico che attraverso l’attività fisica.

La paziente deve essere educata alla scelta degli alimenti in modo da avere pasti a basso carico insulinemico per minimizzare iperandrogenismo. La dieta tipica in caso di PCOS può essere definita antinfiammatoria ( tiene conto dei micronutrienti essenziali e valuta l’equilibrio degli omega3/omega6).

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